Bullismo e Cyberbullismo: altro che gioco da ragazzi!

E’ comunemente risaputo che le relazioni tra i ragazzi possono essere talora conflittuali, quando insorgono litigi e divergenze, così come altre volte il rapporto tra coetanei può essere giocoso e ci si può divertire insieme, talora anche facendosi degli scherzi reciproci e del tutto innocui.

Un discorso profondamente diverso va fatto, invece, per gli atti di bullismo che “non rientrano nella normale crescita di un bambino o di un adolescentee possono portare a gravi conseguenze e a forti disagi sul piano relazionale e psicologico.

 

A tal proposito, bullismo non è:

  • uno scherzo: nello scherzo l’intento è di divertirsi insieme, non di ferire l’altro;
  • un conflitto: il conflitto è episodico e c’è reciprocità nella relazione, a differenza del bullismo che è un’azione ripetuta nel tempo e con asimmetria dei ruoli;
  • un generico comportamento antisociale o criminale, in quanto ha una sua specificità, anche se può scaturire in un reato se infrange una norma giuridica

Il bullismo è invece una vera e propria prepotenza fisica e verbale messa in atto da una o più persone, in posizione di prevaricazione, nei confronti un’altra (o altre) sistematicamente messa in condizioni di assoggettamento e sottomissione.

Approfondiamo il significato del termine e gli aspetti che connotano il fenomeno: il termine italiano bullismo è la traduzione letterale dell’inglese bullying  (nome: maltrattamento, sorpruso, intimidazione, agg.: prepotente, intimidatorio). Il termine bully, a sua volta, contiene la parola inglese bull (toro), cui viene comunemente associato il carattere dell’irascibilità.

Per bullismo si intendono dunque tutte quelle azioni di prepotenza sistematica e sopruso messe in atto da parte di un singolo, il bullo, o di un gruppo, nei confronti di una o più persone percepite come più deboli, le vittime. Si è riscontrato che tale fenomeno coinvolge prevalentemente soggetti dai 7 ai 16 anni circa d’età.

Gli atti di bullismo sono caratterizzati da:

  •  intenzionalità
  •  persistenza nel tempo
  •  disequilibrio di potere

Nel bullismo è altresì centrale la relazione tra bullo e vittima, anche se questi due soggetti non sono gli unici attori coinvolti: gli episodi di bullismo, infatti, avvengono frequentemente alla presenza di osservatori, spesso incapaci di intervenire per paura delle conseguenze o perché non si ritengono direttamente coinvolti nella situazione.

E’ possibile distinguere tra:

  • forme dirette: fisiche (picchiare, spingere, rubare piccole somme di denaro) o verbali (insultare, minacciare, prendere in giro)
  • forme indirette: esclusione dal gruppo dei pari, calunnie, manipolazione dei rapporti di amicizia.

A tal proposito, si è riscontrato che i maschi mettono in atto prevalentemente azioni di bullismo diretto e fisico, colpendo indifferentemente sia maschi che femmine.  Le femmine, invece, solitamente utilizzano forme di bullismo verbale o indiretto prendendo di mira principalmente altre coetanee femmine.

Il bullismo è un’aggressione di tipo prevalentemente proattivo:

  •  non provocata;
  •  non impulsiva;
  •  goal-oriented;
  •  “a sangue freddo”.

Ma facciamo alcuni esempi…

Un ragazzo subisce atti di bullismo quando un altro ragazzo più forte o un gruppo intenzionalmente e sistematicamente:

  • lo insultano;
  • lo prendono a calci e pugni;
  • lo minacciano;
  • lo rinchiudono in bagno o in altri ambienti;
  • lo prendono in giro (p.e. facendo circolare bigliettini che lo mettono in ridicolo)
  • Non gli rivolgono la parola e lo isolano….

Con la diffusione del social-network, il bullismo ha assunto nuove forme: oggi si parla sempre più di cyberbullismo, (inteso come forma di prevaricazione perpetrata tramite invio su internet di messaggi/post con testi o immagini volgari, offensivi o minacciosi, nonché diffusione di calunnie o informazioni/immagini private che riguardano altre persone). Si caratterizza altresì per l’assenza di contatto diretto tra vittima e bullo, che in molti casi riesce a mantenere l’anonimato. Per la vittima è più difficile sottrarsi alla prepotenza, anche perché a volte non sa di essere “presa di mira”.

Il minore controllo, la possibilità di attuare le prepotenze in qualsiasi momento del giorno e della notte, colpendo più persone in meno tempo e usufruendo di “diverse identità”, rende questo problema molto complesso da affrontare e per alcuni aspetti affine ad altre problematiche legate all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Il bullismo, in quanto manifestazione di un disagio relazionale, deve essere letto come un fenomeno “complesso”, considerando l’insieme fattori individuali, familiari, sociali e scolastici.

All’origine del bullismo, c’è generalmente una vulnerabilità nella regolazione emotiva del bullo, che non riesce a gestire e controllare in modo funzionale le proprie emozioni.

Tale fenomeno è altresì spesso la punta di un iceberg che nasconde un mondo sommerso fatto di umiliazioni, derisioni, esclusioni, ricatti o prevaricazioni dal punto di vista fisico. A questo si aggiunge la difficoltà, da parte di chi è coinvolto direttamente, di parlarne con adulti di riferimento, proprio per il vissuto fortemente doloroso che nasconde. E’ importante non sottovalutare il problema ed agire tempestivamente poiché le conseguenze del fenomeno sul piano psicologico, sia a breve che a lungo termine, comportano dei rischi evolutivi per bulli, vittime e osservatori, tra i quali:

  • maggiore incidenza di sintomi psico-somatici
  • alti livelli di ansia, difficoltà a concentrarsi
  • bassa autostima e autoefficacia in diverse aree: aspetto fisico, capacità atletiche, abilità sociali, successo scolastico/accademico
  • depressione, solitudine, paura.
  • abbandono scolastico
  • ideazione suicidaria, tentativi di suicidio, suicidio

Oltre ai rischi sopra elencati, i bulli possono andare incontro in età più avanzata ad ulteriori possibili conseguenze:

  • abuso di sostanze (alcol, droghe);
  • comportamenti criminali;
  • disturbi psichiatrici;
  • coinvolgimento in fenomeni di mobbing sul lavoro;
  • diventare partner aggressivi nelle relazioni sentimentali;
  • diventare genitori aggressivi.

Prevenire, riconoscere, contrastare gli episodi di bullismo, causa di conseguenze psicologiche traumatiche per i soggetti coinvolti, è fondamentale anche al fine di evitare l’insorgenza di ulteriori fenomeni sociali allarmanti (dipendenze patologiche, suicidi, condotte anti sociali, etc..).

Le famiglie di concerto con la scuola, in qualità di agenzie preposte all’educazione, alla promozione del rispetto delle regole, dell’empatia, della pro-socialità e della non-violenza, hanno un ruolo importantissimo nella prevenzione del bullismo e nella tutela psicologica e morale dei giovani.

L’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta, in collaborazione con gli Istituti Scolastici, attua sistematicamente azioni di prevenzione sul territorio.

Ragazzi e ragazze coinvolti in episodi di bullismo, nonché i relativi genitori, possono altresì accedere ad appositi percorsi dedicati presso i servizi territoriali preposti, ove potranno essere ascoltati, seguiti e sostenuti da operatori sanitari specializzati.

 

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