LA VACCINAZIONE HPV

Il fatto che il cancro del collo dell’utero sia di origine infettiva consente di adottare contro questa malattia una strategia sconosciuta per le altre forme di tumore.

Attraverso la vaccinazione contro l’HPV è infatti possibile interrompere all’origine la catena che dall’infezione porta al cancro infatti, grazie al vaccino, l’organismo è in grado di contrastare l’infezione da Papillomavirus, e non si potranno verificare i cambiamenti delle cellule del collo dell’utero, che portano allo sviluppo del tumore.

Il vaccino quindi rappresenta una forma di prevenzione PRIMARIA a differenza del Pap test, che individua lesioni pre-tumorali o il cancro del collo dell’utero in fase precoce prevenzione SECONDARIA.

La strategia di rivolgere le campagne vaccinali ad entrambi i sessi si pone l’obiettivo di minimizzare la capacità di trasmissione dell’infezione e di contrastare il manifestarsi di numerose e spesso gravi patologie correlate all’HPV.

 

Caratteristiche del vaccino

I vaccini contro HPV sono composti da proteine purificate da alcuni tipi di HPV, che formano particelle simil-virali (VLP, Virus-likeParticles) associate a sostanze adiuvanti, cioè, stimolanti la reazione immunitaria.

Le VLP mimano il capside (rivestimento esterno del virus) virale, ma non contengono il materiale genetico dei virus; pertanto sono in grado di indurre una risposta anticorpale, ma in nessun caso possono causare infezione o malattia.

In Sicilia la vaccinazione viene offerta tutti i ragazzi che hanno compiuto 11 anni di età.

I vaccini sono somministrati gratuitamente dalla Asp di appartenenza

Una miglior conoscenza dell’infezione da HPV e delle sue manifestazioni cliniche nel maschio ha permesso l’approvazione del vaccino per entrambi i sessi:

  • I tipi 16 e 18 di HPV ad alto rischio, contenuti in tutti i tipi di vaccino disponibile, sono presenti nel 70.7% dei tumori cervicali
  • I tipi 6 e 11 di HPV a basso rischio, contenuti nel vaccino tetravalente, sono identificati nel 99% dei condilomi acuminati.

Per una piena efficacia, la vaccinazione deve essere effettuata prima di essere venuti a contatto con il virus; ecco perché l’età adolescenziale e, ad ogni età, il periodo antecedente il debutto di attività sessuali anche incomplete rappresentano il momento più opportuno per sottoporsi alla stessa.

Il vaccino viene somministrato per via intramuscolare sul braccio in DUE dosi (la 2^ a 6 mesi dalla prima).

La risposta immune si manifesta in oltre il 90% dei soggetti vaccinati e la persistenza di anticorpi si è confermata fino a 9 anni dopo la vaccinazione, pertanto ad oggi non è indicata una dose di richiamo.

L’efficacia clinica del vaccino è stata valutata in donne anche di 45 anni e oltre

I vantaggi dell’estensione della vaccinazione contro l’HPV ai maschi derivano dallo sviluppo dell’immunità di gregge, dalla prevenzione delle lesioni ano-genitali e dei tumori maschili correlati all’HPV (cancro dell’ano, del pene, del testa collo), dalla protezione dei maschi omosessuali, che non godono dell’immunità indiretta conferita dalle campagne di vaccinazione rivolte alle donne.

Si calcola che quasi il 30% di tutti i casi di carcinomi HPV-correlati si verifichino negli uomini. Inoltre, mentre nelle donne mostrano due picchi di infezione intorno ai 25 e ai 45 anni con una diminuzione nel periodo intermedio, nella popolazione maschile la prevalenza dell’infezione resta elevata per tutta la vita, quindi i maschi costituiscono un importante serbatoio di virus.

 

Il vaccino Nonavalente

Il vaccino 9-valente protegge dal maggior numero di ceppi di HPV: sette dei nove tipi di HPV inclusi nel vaccino (HPV 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58) sono ad alto rischio oncogeno.

Ha un potenziale di prevenzione del:

  • 90% per il cancro del collo dell’utero,
  • del 75-85% per le lesioni precancerose CIN 2/3,
  • dell’85-90% per il cancro della vulva,
  • dell’80-85% per il cancro della vagina,
  • del 90-95% per il cancro dell’ano,
  • del 90-95% per il cancro dell’ano,
  • del 90% dei condilomi genitali

Recenti studi validano l’utilizzo del vaccino anche alla popolazione adulta o già infettata dal virus stesso.

 

LO SCREENING DOPO VACCINAZIONE

La integrazione tra screening e prevenzione primaria (vaccinazione) dovrà tenere conto della contemporanea presenza delle due differenti popolazioni: quella vaccinata e quella non-vaccinata

Nella popolazione vaccinata si prevede in futuro un allungamento dell’intervallo di screening (7 anni di intervallo).

Si attende una riduzione:

  • di ASC-US /LSIL (lesioni precancerose lievi) -40%,
  • di HSIL (lesioni precancerose gravi) -50%
  • di CA INVASIVO -70%
  • del numero di interventi (LEEP, conizzazione…)
  • di mortalità per cancro del collo dell’utero dopo 10-15 anni dalla attivazione a pieno regime dei programmi di vaccinazione.