SICUREZZA STRADALE

 

L’azione del guidare è un’azione complessa che richiede attenzione, prontezza di riflessi e concentrazione.

Nella guida interagiscono tre fattori: ambiente, veicolo e fattore umano che devono stare in equilibrio e, al centro di questo equilibrio, si pongono le azioni e le reazioni del conducente che, pertanto, deve essere in perfette condizioni fisiche e psichiche.

Cosa succede mentre guidiamo?

Il nostro cervello percepisce e riconosce gli stimoli dell’ambiente esterno, li elabora, prende decisioni e comanda all’apparato muscolare di eseguire l’azione che ha scelto come più appropriata. Possiamo pertanto affermare che guidiamo prevalentemente con il cervello e che il nostro stato psico-fisico condiziona le prestazioni di guida.

Quali sono le cause più frequenti degli incidenti stradali?

Secondo le più recenti statistiche le cause degli incidenti stradali sono legate, per lo più, ai comportamenti scorretti dei conducenti quali: eccessiva velocità, mancato utilizzo dei sistemi di protezione (cinture di sicurezza, casco, seggiolini per bambini, ecc.), disattenzione provocata soprattutto dall’uso dei cellulari durante la guida, effetti dell’assunzione di alcol e droghe, sonnolenza e stanchezza.

Percezione del rischio alla guida

Dal momento che tutto questo è noto e queste informazioni sono molto diffuse, allora perché le persone si mettono a rischio, adottando comportamenti scorretti?

Se un’azione rischiosa, per definizione, è un’azione che ha un’alta probabilità di causare un danno. Perché si rischia?

Un aspetto importante riguarda la soggettività della percezione del rischio e la sopravvalutazione delle capacità cognitive e psico-fisiche da parte dei conducenti.

La valutazione delle attività potenzialmente pericolose avviene sulla base di fattori soggettivi (fattori psicologici, culturali, di immagine e percezione di sé).

In tal modo e frequentemente, il rischio spesso viene sottovalutato o percepito in maniera distorta.

Per aumentare la consapevolezza del rischio dobbiamo riflettere sui limiti delle capacità umane, i conducenti più disponibili a rischiare, infatti, sono quelli che contano molto sulle loro capacità di controllo, gestione e dominio delle situazioni rischiose.

 

Le più frequenti convinzioni dei guidatori che generano comportamenti rischiosi

Esaminiamo alcune di queste convinzioni:

Assoluta fiducia nei nostri sensi.

  • “A me non sfugge niente”. La percezione si basa innanzitutto sui sensi, ma i nostri sensi sono tutt’altro che infallibili e possono condurci ad una rappresentazione falsata di quanto stiamo osservando. Tra l’altro, nelle diverse situazioni, noi non percepiamo tutti gli stimoli che ci provengono dall’esterno ma operiamo una selezione dando attenzione ad alcuni elementi piuttosto che ad altri. La percezione quindi non è una fotografia della realtà.

Grande fiducia nei propri riflessi.

  • “Anche a grande velocità sarei in grado di fermarmi prontamente davanti ad un ostacolo”, “so frenare anche all’improvviso, ho i riflessi pronti”. Una grande fiducia nella nostra rapidità di risposta è alla base di molte tragedie. Molte volte, credere di avere riflessi rapidi si basa su esperienze che non colgono o colgono in minima parte le capacità che devono essere messe in gioco sulla strada.
  • E’ opportuno, invece, riflettere sul fatto che tra un certo stimolo e una certa azione di risposta c’è una catena complessa che deve essere percorsa.
  • La struttura sequenziale della catena è data dai seguenti step: percezione, riconoscimento, decisione e azione.
  • In primo luogo, dunque, bisogna percepire la situazione e questo non avviene sempre (ad esempio tra noi e quello che dovremmo percepire potrebbe esserci un ostacolo).
  • Una volta percepito qualcosa, il nostro cervello deve riconoscere, cioè categorizzare il percepito.
  • Talora capita di vedere e non accorgersi.
  • Riconosciuti i caratteri salienti del segnale, bisogna poi decidere il da farsi magari rapidamente. Non sempre questo avviene in modo immediato, in certe condizioni si potrebbe anche esitare. Presa la decisione bisogna agire e anche questo richiede tempo.
  • Questo è un modello molto semplificato che però ci mostra la complessità dell’azione e la presenza di vari step.
  • Pensiamo a questa sequenza in condizioni particolari, come ad esempio scarsa visibilità, ebrezza alcolica, effetto di droghe, sonnolenza, stanchezza.

Sottovalutazione del sonno e della stanchezza.

  •  “Io resisto al sonno”, al sonno non si resiste né ci si rende conto di quando ci si sta per   addormentare alla guida.

Sottovalutazione effetti dell’alcol.

  • “Stai tranquillo, io lo reggo”. Non bisogna essere ubriachi perché l’alcol comprometta le capacità percettive e di reazione, basta un bicchiere in più per avere scarsa attenzione, lentezza di riflessi, distorsione percettiva. Cosa si fa? Aspettare o fare guidare qualche altro.

Le persone possono fare più cose contemporaneamente.

  • Niente di più falso. Non possiamo guidare o rispondere al cellulare o mandare messaggi. Significa perdere di vista la strada per 7 secondi per comporre un numero, 10 secondi per scrivere un breve messaggio (tipo: SI,  No), 14 per un selfie alla guida. Sono 7, 10, 14, secondi di buio totale in cui può succedere di tutto. In termini di strada percorsa qualsiasi di queste operazioni fatte al telefono ci costa dai 300 ai 500 metri di strada in cui può succedere di tutto.

Concludendo un fattore molto importante per gestire consapevolmente il rischio è costituito dalla consapevolezza e dalla accettazione della propria vulnerabilità.