La Dieta Mediterranea

In questa pagina ci occuperemo di educazione alimentare proponendo una breve riflessione sul nostro modo di alimentarci e sui nostri stili di vita. Iniziamo, pertanto, a parlare di “Dieta mediterranea” del suo significato e dei valori sociali, culturali e scientifici che vengono ad essa attribuiti.

Alimentarsi è un fatto culturale il cui significato oltrepassa sempre l’aspetto nutrizionale. Il cibo permette interazioni affettive, di comunicazione e di socializzazione; l’uomo infatti, non mangia solo per nutrirsi, mangiare è un gesto sociale.

Il contesto familiare e quello socio-culturale esercitano un forte condizionamento sulla formazione dei gusti alimentari e del rapporto con gli alimenti in generale. Il cibo rende persone perché il nutrirsi e nutrire è fondamentale per la costruzione della soggettività e del senso del sé.

La nostra relazione con il cibo è intimamente legata, fin dalla nascita, alle esperienze affettive e ai primi rapporti significativi (allattamento, svezzamento e tutti i vissuti emotivi che condizionano queste esperienze).

L’alimentazione, pertanto, fa anche parte della nostra vita emotiva e nell’idea di cibo sono presenti diversi aspetti: valori, ideologie, credenze religiose e culturali ed elementi psicologici, per cui assume un significato che va oltre la sfera fisiologica e nutrizionale. 

 

La dieta mediterranea: non soltanto un modello alimentare.

Come dimostrato dalle evidenze scientifiche, la Dieta Mediterranea rappresenta un vero e proprio modello di dieta sana e sostenibile, in grado di porsi come fattore determinante di prevenzione dell’insorgenza di importanti patologie croniche come diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa ed obesità. Secondo la definizione dell’UNESCO, che di seguito si riporta, “… la Dieta Mediterranea è molto più di un semplice elenco di alimenti o una tabella nutrizionale. È uno stile di vita che comprende una serie di competenze, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti la coltivazione, la raccolta, la pesca, l’allevamento, la conservazione, la cucina e soprattutto la condivisione e il consumo di cibo. Mangiare insieme è la base dell’identità culturale e della continuità delle comunità nel bacino Mediterraneo, dove i valori dell’ospitalità, del vicinato, del dialogo interculturale e della creatività, si coniugano con il rispetto del territorio e della biodiversità”.

Ricordiamo che il 16 novembre 2010 a Nairobi in Kenya, il Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale, approva l’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale. Lo stesso Comitato riconosce con questa definizione le pratiche tradizionali, le conoscenze e le abilità che sono passate di generazione in generazione in molti paesi mediterranei fornendo alle comunità un senso di appartenenza e di continuità.

Il termine “Dieta Mediterranea” è stato coniato dal biologo e fisiologo americano Ancel Keys per indicare un preciso modello alimentare caratterizzato dal consumo prevalente, di prodotti di origine vegetale. Lo studioso, con la sua ricerca, diede dignità scientifica a tale espressione, codificando le caratteristiche della dieta.

Keys, a partire dal 1952, mise in relazione i consumi alimentari, in particolare l’elevato utilizzo di grassi animali e l’insorgenza dell’aterosclerosi in individui di sette diverse nazioni (Seven Country Studyin cui vennero messe a confronto le diete adottate da Stati Uniti, Italia, Finlandia, Grecia, Yugoslavia, Paesi Bassi e Giappone). Grazie a ricerche condotte a partire dal 1957 in Grecia, a Creta e nel Mezzogiorno d’Italia segnalò come il tradizionale modello alimentare svolgesse una funzione preventiva per le malattie cardiovascolari.

In particolare, durante la sua permanenza in Italia, aveva intuito che la longevità degli abitanti della Campania e del Cilento e più in generale degli abitanti del sud d’Italia, si spiegava con le abitudini alimentari, i costumi sociali e le produzioni locali.

 

Gli elementi della dieta mediterranea.

Questo modello alimentare, nella pratica quotidiana, prevede il regolare consumo di moderate quantità dei seguenti alimenti:

pane, pasta (soprattutto integrali), verdure, insalate, ortaggi, legumi, frutta e frutti secchi (fibra, sali minerali e vitamine); olio di extra vergine di oliva come fonte primaria di grassi monoinsaturi,  spezie ed erbe aromatiche come condimenti. Pesce, prevalentemente azzurro (ricco di omega 3) e un ridotto introito di carne bianca, di latticini, uova e di carni rosse.

La raccomandazione è non escludere alcun alimento in particolare, variare sempre gli alimenti (in modo equilibrato) e assumerli in quantità moderate.

Importante è anche l’abbinamento degli alimenti secondo moduli vari, comunque sempre completi dal punto di vista nutrizionale (es. cereali e legumi, cereali ed alimenti di origine animale, carni o pesci con ortaggi). Inoltre, un apporto idrico adeguato è fondamentale per restare in salute. Le bevande zuccherate andrebbero evitate, per l’eccessivo apporto di zuccheri semplici e il rischio di alterare il metabolismo glicemico.

Anche la distribuzione dei pasti segue precise regole nel quotidiano (colazione, spuntini, pranzo, cena). Educare le nuove generazioni alla dieta mediterranea non è solo un modo per prevenire patologie, ma anche una modalità per rendere i giovani consapevoli delle enormi potenzialità che la sua adozione può avere anche dal punto di vista economico ed ambientale.

 

La “Dieta mediterranea”, un modello alimentare equilibrato.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato una possibile correlazione tra un regime alimentare ispirato alla dieta mediterranea ed una riduzione del rischio di mortalità e di comparsa di malattie cronico-degenerative quali l’obesità, il diabete, l’iperlipidemia, l’ipertensione, l’aterosclerosi e più in generale le malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore e altre patologie legate a modelli di vita delle società industriali avanzate.

Il ricorso alla dieta mediterranea, non solo apporta un miglioramento della condizioni di salute della popolazione ma, come già detto, si propone come modello di nutrizione adeguato e sostenibile che rappresenta un importante occasione per sottrarsi alla omologazione delle abitudini alimentari proposte dai mass media, salvaguardando così la biodiversità alimentare. 

Inoltre, il concetto di adeguatezza nutrizionale si coniuga bene con la dieta mediterranea infatti essa prevede: l’assunzione di grassi “buoni”, di proteine, di una bassa percentuale di carboidrati (integrali) a basso indice glicemico e ad alto contenuto di fibre alimentari, insieme alla presenza di sostanze antiossidanti che, come è noto,  combattono i radicali liberi  e, insieme ad altri elementi, influenzano  positivamente la composizione della flora batterica intestinale, per prevenire/rallentare le malattie degenerative e i processi di invecchiamento cellulare.

 

5 porzioni al giorno

Per quanto riguarda la frutta e la verdura, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda il consumo di 5 porzioni di colore diverso, al giorno. Il consumo di frutta e di verdura deve rispettare la stagionalità. Ogni colore corrisponde a quelle sostanze specifiche ad azione protettiva, prima menzionate, gli antiossidanti che fanno rientrare frutta e verdura nei cosiddetti alimenti protettivi, in quanto sono fonti soprattutto di vitamine e sali minerali, ma anche di acqua e fibra vegetale.

Contestualmente, la Dieta Mediterranea si presenta anche come modello alimentare sostenibile con i suoi effetti positivi in ambito ambientale (favorisce il consumo di cibi di stagione e di produzione locale) ed economico; le sane produzioni agricole e agroalimentari, infatti, insieme alla tradizione culinaria da un lato assicurano la qualità dal punto di vista organolettico e, dall’altro, garantiscono il rispetto di criteri etici, ambientali e la salute della popolazione.

L’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta, in collaborazione con gli Istituti Scolastici, attua sistematicamente azioni di prevenzione e protezione di sistemi di vita salutari.

I ragazzi e le relative famiglie, interessati a percorsi di educazione alla salute, possono richiedere counselling e interventi specialistici  presso i servizi territoriali preposti.