Emozioni

 

Le emozioni, come fuochi accendono corpo e psiche all’unisono e rappresentano l’esito dello “strofinio” tra eventi interni ed esterni a se.

  SERENO

   Dopo tanta nebbia

   A una a una

   Si svelano le stelle

 

   Respiro il fresco

   Che mi lascia

   Il colore del cielo

 

   Mi riconosco

   Immagine passeggera

   Presa in un giro immortale

                                (Giuseppe Ungheretti)

 

I poeti, più di tanti altri, sono particolarmente abili nel rappresentare il mondo degli affetti, offrendo a noi fruitori delle loro opere la grande opportunità di sperimentare le emozioni che ci attraversano, o travolgono, così rapidamente da lasciarci, sovente, sospesi e attoniti.

Certe emozioni, dette primarie, ci riguardano già alla nascita: gioia, disgusto, sorpresa, paura, rabbia e tristezza; altre invece, sono il frutto della combinazione tra queste prime e si manifestano successivamente. Esempi di emozioni secondarie sono: nostalgia, rimorso, rassegnazione, allegria ecc.…

Primarie o secondarie che siano, le emozioni consistono in certe modificazioni osservabili sia a livello fisiologico (come le alterazioni del battito cardiaco o del ritmo respiratorio), sia a livello ideativo (del pensiero) e sia a livello comportamentale. Descrivere le modificazioni che accompagnano un certo stato emotivo è oggettivamente possibile, mentre dare una definizione oggettiva di come sia vissuta una certa emozione interiormente da tutte le persone, risulta impossibile, poiché ciascun individuo ha un proprio, personale, modo di sperimentare dentro se le diverse emozioni.

Constatiamo che le emozioni, primarie o secondarie che siano, rappresentano qualcosa che ci riguarda tutti nello stesso modo e, contemporaneamente, ciascuno di noi in modo specifico, così accade che nello scarto tra universalità e specificità dello stato emotivo si collochino le diverse possibilità di vicinanza o di lontananza tra gli individui, i quali (appunto) emotivamente, possono sentirsi simili o dissimili tra loro.

Paradossalmente, dunque, le emozioni che proviamo possono rappresentare sia ciò che avvicina sia ciò che isola gli individui gli uni dagli altri. Vi è di più… certe esperienze emotive oltre ad allontanare dagli altri, talvolta, allontanano anche da se stessi; quando, infatti, una certa emozione procura sensazioni interne intollerabili (agitazione, senso di smarrimento o eccitazione eccessiva ecc…) la reazione difensiva più comune è quella di distogliere l’attenzione da quelle sensazioni associate all’emozione negativa, negando l’esistenza di quest’ultima; talvolta per raggiungere questo scopo, si ricercano disperatamente e strenuamente sensazioni piacevoli in grado di evocare emozioni positive, così da rimpiazzare quelle negative.

Questa sorta di “manipolazione” volontarie degli stati d’animo è alla base di tutta una serie di condizioni di disagio psichico che possono ottenere sollievo solo a patto di trovare precise risposte alle seguenti domande: che fine fa l’emozione negata? Sparisce davvero oppure continua svolgere il proprio lavoro in modo silente? E la sfera dei sentimenti, strettamente legata al vissuto emozionale, in che modo viene influenzata da questo gioco di luci e ombre?