INFINITI SPAZI IN POCHISSIMO TEMPO

Uno degli aspetti più funzionali delle nuove tecnologie, telefoni cellulari/ tablet e computer, è rappresentato dal fatto che consentono di regolare la distanza nella relazione interpersonale e, talvolta, di mantenere vivi legami affettivi anche quando, per svariate ragioni, le persone sono costrette ad allontanarsi (fisicamente) le une dalle altre; parallelamente questi strumenti fungono da modulatori dell’investimento emozionale e possono rappresentare un utile “filtro”, capace di consentire l’approfondita conoscenza dell’altro, ancor prima di vederlo in presenza, riducendo potenzialmente al minimo la possibilità di fare dei probabili, sfortunati incontri.

La frequentazione virtuale permette di accedere, in pochissimo tempo e attraverso “infinti” spazi, ai tanti contenuti che riguardano usi e costumi delle persone, le loro attitudini, aspetti valoriali, caratteriali e personologici che fungono, nel complesso, da fattori attrattivi o, al contrario, repulsivi.

La maggior parte dei ragazzi dimostra una notevole abilità nel proteggersi dall’impatto emotivo degli imprevisti e usa con raziocinio il “ponte virtuale” che, se da una parte, mette in relazione, dall’altra separa e protegge. Di questa funzione auto-protettiva sono ben consapevoli anche i genitori, tanto che essa rappresenta il principale motivo per il quale accettano e promuovono l’uso delle nuove tecnologie.

 

Naturalmente ogni medaglia ha il proprio rovescio!

Un importante sociologo contemporaneo, Zygmund Bauman, nel suo apprezzatissimo libro sull’”Amore Liquido” ci racconta di un’ansia diffusa nel collettivo derivante sia dal bisogno di relazioni affettive significative, sia dalla paura di impantanarsi in legami stabili; un doppio movimento che, si badi bene, coesiste in ogni singolo individuo, per cui se da una parte ci si sente soli e si desidera costruire dei rapporti sentimentali, contemporaneamente se ne ha paura e, inconsapevolmente, si fa in modo di non avvicinarsi troppo all’altro.

Bauman ci avverte del fatto che questo doppio movimento ci riguarda tutti, adulti e giovani, ma appare evidente quanto esso sia particolarmente insidioso in età evolutiva, cioè in quella fase della vita nella quale “fisiologicamente” tanti compiti di sviluppo devono essere portati a compimento, affrontando e superando diverse paure … tra queste, quelle che hanno un impatto più forte, riguardano proprio la gestione emozionale delle relazioni extra-familiari, amicali o sentimentali … i timori che afferiscono a quest’area psichica sono davvero tanti, ma in questa sede ci limiteremo a citarne solo alcuni:

paura del contatto fisico;

paura di essere illusi o delusi;

paura di non essere accettati;

paura di rimanere soli o di essere abbandonati ecc…

si tratta di preoccupazioni che sottilmente modellano e condizionano la spontaneità relazionale e che si accompagnano a subdole quanto inconsapevoli strategie difensive, come per esempio l’illusione di onnipotenza.

Cellulari, tablet e pc facilitano la fantasia onnipotente di poter essere presenti in ogni luogo, nonché di potere fermare il tempo, mettendo in stand by gli impulsi, i desideri, ma anche le paure … si tratta di una fantasia che, inconsapevolmente, si pone al servizio di quel “doppio movimento” di cui parla Bauman e che, se da una parte, è estremamente funzionale alla gestione dell’ansia relazionale, dall’altra parte, rischia di foraggiare dinamiche emotivo-affettive che, lungi dal sostenere il bisogno di confronto critico, isolano ciascuno di noi in preziose quanto pericolose torri d’avorio.