Noi e i genitori: istruzioni per l’uso

Il percorso di crescita e sviluppo del bambino è un processo che inizia alla nascita e si conclude, dal punto di vista psicofisico,  con la fine dell’adolescenza avendo come obiettivo il raggiungimento dell’autonomia.

Le tappe di crescita del bambino e dell’adolescente segnano le tappe del ciclo di vita familiare e ne determinano l’evoluzione.

Quando nascono i figli, i genitori devono assicurare loro il soddisfacimento dei bisogni primari in cui sono compresi, oltre a quelli della fame e della sete, anche i bisogni di attaccamento, cioè di vicinanza e contatto fisico con gli adulti che se ne prendono cura.  

La soddisfazione di questi ultimi pone le basi di un sano sviluppo psicoemotivo in cui il desiderio di esplorazione è temperato dal desiderio e dalla necessità di tornare, ogni tanto, alla “base sicura” rappresentata dai genitori.

La crescita non è altro che questo continuo equilibrio tra ricerca di sicurezza  e desiderio di esplorazione.

In un processo funzionale al benessere psicofisico dei membri della famiglia , i genitori accompagnano  e modificano i loro comportamenti man mano che cambiano le esigenze evolutive dei figli senza perdere la loro funzione di guida autorevole    

 “Mettiti il casco”, “non fumare” , “non mi piacciono gli amici che frequenti”, “studia di più, altrimenti sarai bocciato” , “non mangiare schifezze” e via discorrendo , sono alcune delle frasi che avrai sentito pronunciare dai tuoi genitori che, probabilmente, vivi come tentativi da parte loro di frenare il tuo desiderio di autonomia e di fare esperienze nuove.

Come dice lo scrittore  Alessandro D’Avenia in un suo libro “i genitori stanno al mondo per ricordarci la paura che non abbiamo” e,  quindi , la loro funzione non è di ostacolarti ma di proteggerti e metterti  in guardia rispetto a ciò  che un’esplorazione senza il senso dei limiti e dei pericoli potrebbe comportare per te.

Spesso il conflitto tra adolescenti  e genitori nasce proprio da queste posizioni e  compitivi evolutivi diversi che  li  caratterizzano  sebbene  convergenti verso l’unico obiettivo dello svincolo del figlio dalla famiglia: gli uni di provare, sperimentarsi, trasgredire, sfidare,  gli altri di consentirlo evitando che i figli  nell’agire i loro desideri  si facciano troppo male.

Questi conflitti che si definiscono evolutivi perché consentono la crescita, il passaggio ad una fase diversa della vita,   se non ci sono gravi problematiche a livello individuale o di sistema familiare,  pongono le condizioni affinché  il/la  ragazzo/a si stacchi da esso ed investa  in relazioni esterne come quelle amicali e sentimentali.

Il dialogo tra le generazioni è sempre lo strumento più utile per affrontare  e superare i blocchi.

Capita che i figli non esprimano i loro desideri perché convinti che i genitori non li capiscano o che li ostacoleranno  nel loro soddisfacimento, anche questo è il prodotto delle dinamiche emotive che investono il giovane figlio ed il sistema familiare di appartenenza in questa delicata fase di crescita: esprimersi e dialogare è la strategia più utile per superare una situazione che a lungo andare può portare a fraintendimenti, disagio e malessere per tutti.

Il conflitto può essere una occasione di conoscenza e crescita reciproca. E’ grazie ad un confronto genuino e trasparente che il ragazzo diventa adulto e il genitore si fa conoscere per ciò che realmente è.