Sexting, Revenge Porn & company

 

Il termine sexting deriva dall’inglese ed è composto da due parole, “sex” e “texting” (cioè “sesso” e “messaggiare”). Con queste parole si intende, generalmente, lo scambio di messaggi, audio, immagini o video – specialmente attraverso smartphone o chat di social network – a sfondo sessuale o sessualmente espliciti, comprese immagini di nudi o seminudi. Questo fenomeno si è molto diffuso negli ultimi anni, anche tra i giovani.

Il bisogno di piacere e di piacersi attraverso il corpo ed il gioco della seduzione che attraverso esso si può veicolare, il desiderio di apparire in tal modo “adulti e maturi” è un componente del processo di costruzione dell’identità, in generale e dell’identità sessuale, nello specifico. Niente di nuovo sotto il sole. La novità è rappresentata dal mezzo con cui, oggi, talvolta, vengono raggiunti questi obiettivi.

Le caratteristiche degli strumenti tecnologici permettono di sperimentare alcune componenti della sessualità con più libertà e meno pudori ed, in epoca di pandemia e lockdown, ha rappresentato, in qualche caso, il surrogato della relazione in presenza; infatti le statistiche sul fenomeno ci dicono che esso è aumentato, anche tra gli adolescenti.

Un esempio pratico è rappresentato da quelle situazioni in cui gli adolescenti, spesso tra fidanzati/e, producono e condividono in maniera consensuale, tramite lo smartphone, immagini “sexy” di sè stessi, come una sorta di “regalo” fatto al/alla partner e, al contempo, sigillo ad un patto di fiducia tra i membri della coppia. Alcune ragazze, invece, lo fanno perché pensano sia un modo per conquistare il ragazzo carino per cui stravedono; Gli scambi avvengono anche tra amiche, in un gioco di complicità; ma può succedere che il materiale venga inviato a persone conosciute in internet, delle quali non si conosce la reale identità.

Alcune delle situazioni illustrate, sono “giochi” apparentemente innocenti, sfaccettature del modo di vivere la propria sessualità nella nostra epoca, che, nella maggior parte dei casi non hanno alcuna conseguenza e rispondono ai bisogni dei soggetti che li mettono in atto; alcune volte, però, possono esporre i protagonisti, anche a loro insaputa, a situazioni estremamente spiacevoli.

E’ necessario affermare che così come tuteliamo altri dati che ci riguardano e ci teniamo che non vengano diffusi, è importante tutelare le nostre immagini, poiché se le diffondiamo su internet o attraverso i servizi di messaggistica, queste non ci appartengono più e chiunque le potrà vedere ed usare, anche senza il nostro consenso.

A volte vengono promosse piattaforme per lo scambio di dati le quali pubblicizzano, per rassicurare l’utenza, la scomparsa delle immagini dopo pochi secondi, che, in realtà, sono sufficienti per carpirle con una schermata.

Vediamo quali possono essere alcune delle principali conseguenze del sexting:

 

Le conseguenze del web

Se si perde il controllo delle immagini e della relazione all’interno della quale essa è stata prodotta si può essere esposti al rischio di “revenge porn”, quando le immagini vengono ad esempio utilizzate da un/a ex partner a scopi vendicativi e con l’obiettivo di ledere la reputazione della persona ritratta; di “sextortion” cioè la minaccia di diffusione del materiale foto/video o “cyberbullismo” la condivisione di esso con giudizi, commenti alle spalle e scherno da parte della comunità di coetanei

Dando una certa immagine di sé online, magari sul profilo di un social network, si possono attirare persone interessate sessualmente a minori che potrebbero essere incentivate ad accedere ai loro dati personali o a tentare un adescamento. Tale fenomeno viene definito “grooming”, dall’inglese “groom” – curare, prendersi cura, che definisce il percorso attraverso cui l’adulto che si è impossessato dei dati dell’adolescente, instaura con lui/lei una relazione, a fini sessuali, carpendone, a poco a poco, la fiducia e isolandolo/la dagli adulti protettivi del suo contesto di vita.

 

Le conseguenze legali

Anche quando non c’è intenzione di danneggiare l’altra persone né di commettere un abuso online (come nei casi del revenge porn o del sextortion), non è escluso che i comportamenti tipici del sexting possano configurare reati connessi con la pedopornografia.

Secondo il recente parere emesso del Comitato di Lanzarote del Consiglio d’Europa (l’organismo che monitora l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali), il “sexting” tra minori non costituisce una condotta connessa alla “pedopornografia”, se destinato esclusivamente all’uso privato dei minori e non vi è costrizione.

Le immagini/video tipiche del sexting, diversamente, rientrano a pieno titolo nella definizione di materiale pedopornografico, se diffuse e condivise con soggetti terzi, al di fuori dello scambio privato e consensuale tra minori. Produrre questo materiale e soprattutto diffonderlo è reato come previsto nel nostro codice penale. Le implicazioni per le persone minorenni coinvolte dipendono da vari fattori, tra cui l’età (se inferiore ai quattordici anni, il/la minore che ad esempio trattiene e/o diffonde le immagini – non è imputabile) e il livello di consapevolezza rispetto all’azione compiuta, indagini ed interventi che vengono disposti dall’Autorità Giudiziaria Minorile.

 

Conseguenze emotive

Il prezzo emotivo, psicologico e relazionale che pagano le vittime di vittime di revenge porn e similari è elevatissimo. Senso di vergogna, vulnerabilità e solitudine sono le emozioni più diffuse che si accompagnano al giudizio negativo degli altri; l’immagine sociale ne risulta svilita, le immagini troppo spinte o provocanti, possono nuocere alla reputazione di chi è ritratto, creare problemi con nuovi partner e, in generale ai rapporti sociali del soggetto

 

Consigli pratici

Evitare di diffondere foto/immagini che ti ritraggono in pose spinte, nudo/a e/o o con parti del corpo scoperte o video di rapporti sessuali in cui sei protagonista. E’ la prima ed unica forma di tutela.

Chiedere aiuto Se ti rendi conto che le tue immagini stanno circolando in internet, attraverso i siti di messaggistica o i social, non farti sopraffare dalla vergogna o dall’imbarazzo e parlane subito con gli adulti di riferimento: i tuoi genitori o i tuoi insegnanti.

Segnalare il contenuto – Lo possono fare tutti, compresi i minorenni. Nella maggior parte delle piattaforme c’è la funzione “segnala”, così che il contenuto possa essere rimosso entro 24 ore. Si può anche fare la segnalazione diretta al Garante della privacy compilando uno specifico modulo online.

Sporgere denuncia – È importante fare querela, preferibilmente alla Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, che ha più competenze in materia.

Conservare le prove digitali È importante raccogliere le prove da portare alle autorità quando si fa la denuncia: gli screenshot potrebbero non essere sufficienti perché si potrebbero appellare al fatto che tali immagini possono essere modificate. Sarebbe meglio, se si riesce, portare alle autorità, in una chiavetta usb o hard disk, tutte le prove digitali che contengono anche i link di dove sono state trovate. In questo modo, si velocizzano anche le indagini.

 

Stare attenti a non commettere reati nell’intento di difendersi.

Può venire spontaneo raccogliere tutte le prove possibili, scaricando anche foto di altre vittime. Bisogna stare attenti perché se si conservano quelle immagini intime o si fanno degli screenshot, se si tratta ad esempio di minori, si sta commettendo un reato grave, di detenzione di materiale pedopornografico, solo per il fatto di averle sul proprio dispositivo. Se si vuole segnalare un canale o un gruppo che detiene immagini di altri minori è possibile fare un esposto alle autorità. Un’altra azione da non fare è quella di rendere pubblici i nomi di chi ha diffuso le vostre immagini: è importante mantenere la calma e affidarsi alle autorità, perché si rischia una denuncia per diffamazione, anche si è nel ruolo della vittima.  

Chiedere aiuto ad un professionista della salute psicologica – Esperienze di questo genere destabilizzano, possono avere ricadute sul piano emotivo e relazionale, ma anche familiare. Affidarsi ad uno psicoterapeuta può essere utile per rielaborare l’evento e ristabilire nuovi equilibri

 

Link Utili:

https://www.commissariatodips.it/segnalazioni/segnala-online/index.htmlquilibri

https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/6732688

https://www.diritto.it/il-reato-di-revenge-porn/

https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9561855

https://www.coe.int/it/web/portal/-/-sexting-children-themselves-don-t-produce-child-pornography-

https://www.stateofmind.it/2019/10/sexting-adolescenti-intervista/